Chiesa di S. Flaviano

Eretta su una precedente chiesa dell’XI sec., subì nel corso dei secoli vari interventi, in particolare a seguito dei terremoti del 1461, con l’aggiunta della sacrestia, e del 1703.

L’attuale parrocchiale, solennemente riconsacrata nel 1733, è a croce latina su tre navate, con cupola incapsulata entro un perimetro ottagonale; ornata da stucchi e dorature in stile barocco, presenta solo alcuni degli altari originari tra cui l’Altare Maggiore, tutto in marmo locale, dedicato al SS. Sacramento.

Conserva inoltre un pregevole fonte battesimale del 1571, opera di Francesco del Poggio, un organo ligneo del 1759 costruito da Domenico Antonio Fedeli da Camerino ed un pulpito settecentesco. All’esterno presenta una bella facciata in pietra, e, a ridosso del presbiterio, il campanile, testimone della precedente edificazione.

 

Santuario di Maria Santissima di Valleverde

Costruita nel 1600 su progetto di Maestri lombardi, la Chiesa di Santa Maria di Valleverde è considerata “Monumento Nazionale” dalla Sovrintendenza alle Belle Arti, per la sua unicità di stile e le opere d’arte in essa custodite: le sculture, attribuite a Silvestro dell’Aquila e alla sua scuola, e i dipinti, tra cui una tela di Palma il Vecchio conservata al Museo del Castello di L’Aquila.

La Chiesa, ad una sola navata, conservava un bellissimo soffitto ligneo a cassettoni dipinto con stelle dorate su sfondo azzurro, che a breve sarà ricollocato al suo posto a seguito dei restauri; sono presenti otto altari, oltre all’Altare Maggiore realizzato in pietra e marmo di Barisciano recante l’immagine della Madonna dell’Icona miracolosa che diede origine alla Chiesa. La tradizione vuole infatti che il Santuario sia stato edificato in seguito al pianto miracoloso della Vergine raffigurata nella Sacra icona, di cui fu testimone tale Maria Arquilla, un’anziana devota che ne raccolse le lacrime nel velo che portava in capo. Ancora oggi la Croce di pietra accanto alla strada, sul margine del prato, indica il luogo in cui era collocata l’immagine, ora  inserita tra i marmi dell’Altare Maggiore, mentre il velo è custodito come reliquia all’interno del Santuario.

E’ inoltre diffusa la credenza che nella Chiesa sia seppellito il generale garibaldino Federico Salomone, originario di Barisciano, sebbene potrebbe trattarsi del padre, Giovanni Salomone, generale borbonico che combattè i francesi invasori del Regno di Napoli subito dopo la Rivoluzione Francese.

L’edificio è completato da un porticato su cui poggia un  conventino, utilizzato da lazzaretto nei periodi di epidemie, che delimita il lato orientale del cimitero annesso.

 

 

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Chiesa di Santa Maria di Capo di Serra

La Chiesa di Santa Maria di Capo di Serra, o Madonna del Buon Consiglio, è la più antica del paese: fonti storiche ne riportano l’esistenza  nel 1300, e due Bolle dei Papi Lucio III e Clemente III ne fanno menzione già alla fine del X secolo.

Per oltre quattro secoli la Chiesa e la sua piazzetta, detta Largo del Buon Consiglio, sono state il centro motore della vita religiosa, sociale e civile del paese: qui si riunivano i Maggiorenti di Barisciano, una sorta di consiglieri comunali ante-litteram, artefici della rinascita della vita civile in seguito al periodo di stasi del Medio Evo.

L’antica campana, fusa nel 1474 e posta sul campanile a vela che sovrasta la facciata anteriore, reca incise le prime parole dell’Ave Maria: “Ave Maria Gratia Plena Dominus Tecum”. I suoi rintocchi chiamavano a raccolta i cittadini per le adunanze del Buon Consiglio, e annunciavano inoltre eventi lieti o allarmanti per il paese.

A partire dal Settecento la Chiesa ha subito un decadimento sempre più marcato: a causa dei terremoti che ne causarono il crollo della parte centrale, la struttura fu addirittura tagliata in due, con la costruzione nel mezzo di due case tuttora abitate.

Il suo utilizzo come ospedale nei periodi di pestilenze portò ad intonacare le pareti per evitare il contagio, rovinando irreparabilmente i preziosi affreschi, riscoperti in parte in occasione dei restauri del 1980.

Tra i capolavori andati perduti sono da sottolineare una statua lignea della Santa Vergine acquistata nel 1323, e un altare, costruito in seguito alle distruzioni di Braccioforte da Montone nel 1439, riportante un affresco di Giovanni Paolo di Castel del Monte.

La pianta della Chiesa non è più quella originaria: è rimasto il solo ingresso laterale,  a valle, con un magnifico portale in pietra ed un’architrave di pregevole fattura. Trafugati dai soliti ignoti razziatori i due splendidi rosoni che adornavano la facciata occidentale e quella orientale, ormai ridotta ad un pagliaio. La Chiesa è oggi ad una navata unica, affiancata da un’aula rettangolare posta su due livelli; nella navata sopravvive solo uno dei quattro altari originari, al centro dell’attuale Presbiterio, e sono visibili alcuni frammenti degli affreschi tornati alla luce con in lavori di restauro degli anni ’80.

Fino ai primi anni ’50 la Chiesa era utilizzata dalle Figlie di Maria, la “Pia Unione” delle fanciulle nubili del paese, che vi si riunivano per le adunanze, le comunioni generali e le funzioni solenni, sempre con il velo bianco.

Dopo un altro periodo di dimenticanza e abbandono, la Chiesa è stata restituita al culto religioso il 1° Agosto 2005.